L'illusione della democrazia
Tra una settimana, il volto della Calabria cambierà. O no? Noi, certamente, non saremo qui ad analizzare quanti voti Callipo ha tolto a Loiero, quanto Scopelliti sia forte a Reggio, oppure ancora quanto la 'ndrangheta sarà riuscita ad aiutare questo o quel candidato. La battaglia per la legalità nello stivale d’Italia è finita ormai da tempo immemore, con la chiara sconfitta dello stato e delle istituzioni.
Non possiamo, nemmeno, dirvi che l’Unical è immune a questo voto: tanti sono i candidati provenienti dalla docenza e dall’amministrazione di questo ente, a partire da chi si "slega" passando da chi ha fatto del "bene", passando poi alle scelte di "rottura".
Rottura, poi, da cosa? Dai meccanismi clientelari che hanno bloccato i concorsi interni dell’Ateneo per mesi, o dai contratti a progetto fatti appositamente per conquistare qualche voto in più o in meno?
Rottura da un ateneo senza una lira, in bolletta per le scelte di cementificazione degli anni passati, e che ora paga il dazio per non aver investito adeguatamente nella docenza?
Rottura dai finanziamenti finora solo predisposti dal dipartimento cultura della Regione del buon Mimmo, la cui sorte però è legata al rinnovo di questa giunta regionale?
No, onestamente non si vede rottura che tenga all’orizzonte.
In questo viale del tramonto lungo il quale l’Unical e la Calabria tutta corrono a velocità forsennata verso l’oblio, noi vogliamo ricordarvi solo tante delle nefandezze commesse in questo ateneo negli ultimi giorni. Vogliamo ricordarvi che c’è una legge che impedisce l’affissione elettorale all’università: Latorre fece togliere i manifesti di Orsomarso e Scopelliti, facendo rispettare la legge. Non ha fatto nulla, invece, con quelli di Mirabelli, Cersosimo, Maiolo, Loiero, Catizone, Socialisti per Scopelliti, Quintieri, Callipo, e tanti altri ancora.
Il rettore e le istituzioni universitarie hanno permesso che, con la partecipazione di presidi e docenti di ogni ordine e grado, si tenessero pubblici comizi mascherati da presentazioni di libri o da convegni sul futuro dei giovani e della Calabria, togliendo anche aule e spazi alla didattica.
Noi ringraziamo lui e tutta la gerontocrazia dell’Unical per averci regalato un altro momento di illegalità; ringraziamo i presidi, i docenti, che hanno presenziato a questi eventi con entusiasmo e lingua leccante, nella speranza di aver scelto il cavallo giusto. Noi, il nostro, lo abbiamo scelto da tempo, e siamo asserragliati dentro questo cavallo di Troia. Quando saremo alle porte di Palazzo Campanella, luridi come siete, ci farete entrare per accogliere l’ennesimo dono. Solo in quel momento, inizierà il nostro voto. Quando avremo la possibilità, e sceglieremo con forza, di far piazza pulita dal marciume.

di Amuchina
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