Siamo qui, cari studenti dell’Unical, per fare un appello: da qualche mese a questa parte, vaga per l’ateneo uno studente medio dell’Università della Calabria, abbandonato da tutti, con gli occhi persi nel vuoto ed un microfono in mano. Se vi dovesse capitare di vederlo, mi raccomando, non dategli confidenza: non è pericoloso, per carità, ma potrebbe iniziare a parlare al microfono e prodursi in lunghissimi, estenuanti ringraziamenti, chiamandovi una volta "rettore Latorre", l’altra "preside Veltri", l’altra "gentili professori".
No, non è un mostro: il ragazzo in questione, che chiameremo per rispetto della privacy S. M., è un vecchio politicante di professione dell’Unical, che da quando ha perso la sua carica (dopo un anno di "abusivismo", nel quale aveva mantenuto la sua carica di "rappresentante maximo" degli studenti, fino allo scorso novembre), adesso gira su e giù per il ponte cercando un convegno al quale intervenire, una votazione alla quale partecipare, una foto nella quale inserirsi.
Nonostante tutto, lui non si dà per vinto, e mantiene strenuamente la sua posizione di "lìder maximo integerrimus ma corruttibilus" che gli permette, quando conosce qualcuno, di togliere il palmare dalla mano, allungarla verso chi ha di fronte dicendo, con tutto il suo charme, "ciao, sono il tuo presidente".
Lui ha l’onore e l’onere (?) di convocare il prossimo Consiglio degli Studenti, per far eleggere il nuovo presidente del consiglio degli studenti: intanto, però, nicchia, e le prova tutte per mantenere il suo prestigio. Il suo ultimo avvistamento, in occasioni pubbliche, risale alla presentazione del libro di Fini: lui afferrò il microfono per salutare la platea e vanagloriarsi davanti al presidente della Camera come il rappresentante degli studenti. Fini, invece, lo ignorò con fare scostante, dando la parola ad uno studente medio; da allora, vaga con il suo microfono in mano, disperato, gridando di notte nel gelo del Ponte Pietro Bucci: "Un saluto, un saluto. Il mio regno per un saluto".
Mi raccomando, però, non ditegli che il suo regno è finito.
Come i sonnambuli, se lo svegliate, potrebbe non reggere allo shock.
No, non è un mostro: il ragazzo in questione, che chiameremo per rispetto della privacy S. M., è un vecchio politicante di professione dell’Unical, che da quando ha perso la sua carica (dopo un anno di "abusivismo", nel quale aveva mantenuto la sua carica di "rappresentante maximo" degli studenti, fino allo scorso novembre), adesso gira su e giù per il ponte cercando un convegno al quale intervenire, una votazione alla quale partecipare, una foto nella quale inserirsi.
Nonostante tutto, lui non si dà per vinto, e mantiene strenuamente la sua posizione di "lìder maximo integerrimus ma corruttibilus" che gli permette, quando conosce qualcuno, di togliere il palmare dalla mano, allungarla verso chi ha di fronte dicendo, con tutto il suo charme, "ciao, sono il tuo presidente".
Lui ha l’onore e l’onere (?) di convocare il prossimo Consiglio degli Studenti, per far eleggere il nuovo presidente del consiglio degli studenti: intanto, però, nicchia, e le prova tutte per mantenere il suo prestigio. Il suo ultimo avvistamento, in occasioni pubbliche, risale alla presentazione del libro di Fini: lui afferrò il microfono per salutare la platea e vanagloriarsi davanti al presidente della Camera come il rappresentante degli studenti. Fini, invece, lo ignorò con fare scostante, dando la parola ad uno studente medio; da allora, vaga con il suo microfono in mano, disperato, gridando di notte nel gelo del Ponte Pietro Bucci: "Un saluto, un saluto. Il mio regno per un saluto".
Mi raccomando, però, non ditegli che il suo regno è finito.
Come i sonnambuli, se lo svegliate, potrebbe non reggere allo shock.
di Amuchina